Timido, distratto, taciturno: a volte il bambino è classificato così. Attenti però: potrebbe non essere carattere, ma il segno di una difficoltà.

I disturbi specifici del linguaggio

Può capitare che il proprio figlio componga le parole in ordine alternato, per esempio dicendo “poto” anzichè “topo”, oppure costruisca allo stesso modo anche frasi intere, come “bambino mangia no” invece di “il bambino non mangia”.

• Sono segnali che non vanno sottovalutati, perchè potrebbero essere dovuti a uno dei disturbi specifici del linguaggio (Dsl), vale a dire alle difficoltà di acquisire e articolare le parole, a comprenderle e a esprimersi correttamente.

• I Dsl riguardano il 3-5% dei piccoli nella fascia d’età tra i 2 e i 6 anni

Come risolverli?

Se c’è il dubbio che il bambino abbia un problema di linguaggio, è importante sentire il pediatra o un centro specializzato. Il numero di sedute è variabile: spesso bastano anche 4-5 incontri con il bambino e i genitori.

• La terapia si basa su giochi interattivi, che stimolano a migliorare il linguaggio. In pratica, si usano oggetti e giochi che propongono continuamente al piccolo di “comunicare“.

• E’ importante coinvolgere anche la mamma: deve continuare a casa il programma terapeutico, seguendo le indicazioni del logopedista

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